I Like A Storm vengono dalla Nuova Zelanda e si affacciano al mercato musicale con “Awaken The Fire”, un album prodotto egregiamente che ripropone il sound Metal Alternativo che a cavallo del giro di boa del millennio ha fatto piovere fortune e dollari in testa a decine e decine di gruppi, chi meritevole, chi meno.
I quattro hanno accompagnato in tour parecchie glorie del genere, come Staind, Puddle of Mudd e per ultimo il chitarrista di Creed e Alter Bridge Mark Tremonti, nel tour solista a supporto di “Cauterize”.
Il sound rispecchia tutti i dettami del filone alternative metal, con riff energici, impianto ritmico semplice ma preciso e granitico, ed il solito balletto melodico che volteggia tra momenti leggeri o aggressivi.
Assolutamente niente di innovativo, un album che difficilmente si guadagnerà una posizione di rilievo nel nostro mercato e nei nostri gusti. Come da tradizione nu metal, il suono classico è contaminato da altri strumenti, in questo caso si fa apprezzare la presenza del Didgeridoo, uno strumento a fiato dalla forma di un corno immenso che dà ad alcuni pezzi come “Chaos” e “Become The Enemy” sfaccettature aggiuntive per rendere più gradito l’ascolto. Buoni anche i singoli “Wish You Hell” – discretamente passato dalle radio di settore – e “Love The Way You Hate Me”, anche qui niente di spettacolare o rivoluzionario, ma pacatamente gradevole.
Una band che sembra esistere con l’unico scopo di fare da spalla ai fratelli più grandi e navigati, sia in sede live che sullo scaffale di camera vostra.