Andead in Italia e soprattutto nell’ultimo periodo vuol dire principalmente “street punk”: negli anni sono molto cresciuti partendo veramente dal basso fino ad arrivare alla notorietà che hanno adesso, soprattutto grazie al carisma del loro frontman. Alcuni membri degli Andead hanno anche partecipato a diversi eventi con lo scopo di far tornare il punk in auge in Italia: il collettivo PGA partito con l’intento di fare beneficenza con una compilation ha riportato il punk in versione acustica in tutti i locali d’italia.
In questo terzo album della band di Andrea Rock si sentono molto le influenze del punk più “bostoniano” e di quella della “grande mela”, i Ramones su tutti, visto anche le recenti collaborazioni con Marky Ramone, ma anche punk surf di band come No Use For A Name in memoria anche del grande Tony Sly. Naturalmente ci sono strascichi dal lavoro PGA, visto che come dimostra la cover di Authority Song di John Mellencamp, oltre alle citazioni di brani di Elvis Presley e del discorso di Joe Strummer tratto dal documentario The Future Is Unwritten. Ci sarebbero anche dei riferimenti al punk/rock/folk di Brian Fallon, insomma tanti miscugli che tutti insieme portano questo in piedi questo Build No Burn.
La voce di Andrea non mi entusiasma molto: entra nella parte del brano, ma non incide in fantasia e la sua indole rimane troppo forse nel progetto acustico dove suona cover di gruppi più famosi. Capisco che si voglia uscire dagli schemi della cover band, ma non vedo niente di suo nel timbro vocale, troppo intento a seguire le sue muse ispiratrici. Gli altri membri del gruppo fanno un grandissimo e sporco lavoro, classico punk rock senza uscire dagli schemi.
Il progetto Undead nato soprattutto per suonare nei locali, si esprime meglio dal vivo che su cd. Se volete saltare ballare ballare e soprattutto divertirvi andateli a vedere dal vivo questi ragazzi.
Grazie a Carlo Vergani