La Strada – Madama O Marchesa – Jo Sono Un Grande Amator – Blues Per Lei – Burattino Senza Feeling – Lo Spazzacamino – Pallottole D’Amore – L’Amore Ci Sorprende – Senza Neanche Una Lira – Get Out – Vorrei Dirti Altre Parole – Elvis – Paladino – La Spina
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Come non amare un personaggio così e un disco come questo? Certo entrambi pieni di difetti, ma la perfezione da queste parti interessa decisamente poco, anzi la galleria dei personaggi è quella classica del musicista disperato della metropoli americana. Però questi mr.Barfly meneghini in cui il cantante si immedesima (senza troppa fatica sembrerebbe) sono descritti con un’ironia tutta italiana che fa pensare a Buscaglione. Per il resto il modello principale e più evidente è il Tom Waits più melodico, la cui imitazione a livello vocale suona alla lunga un po’ forzata, e se la cantata roca da ubriacone funziona perfettamente in alcuni brani sulla distanza stanca un po’, e fa sperare che in futuro Folco trovi una dimensione più personale e meno recitata. Il disco è molto lungo e i brani sono quasi tutti ottimi, anche se poi sulla distanza il disco può stancare, ma indubbiamente la musica è di ottima qualità, e gli arrangiamenti tra il blues e il jazz sono decisamente apprezzabili. A livello di testi c’è una buona capacità di giocare con le parole, anche se siamo lontani dalla poesia di un Capossela, forse anche volutamente, visto che si cercano atmosfere comunque popolari e ruspanti, in un lavoro pane e salame che ci racconta una Milano diversa e sotterranea, che fa piacere a tutti immaginare esista, da qualche parte.
S.R.