Black mirror – Keep the car running – Neon bible – Intervention – Black wave/bad vibrations – Ocean of noise – The well and the lighthouse – (Antichrist Television Blues) – Windowsill – No cars go – My body is a cage
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Tre anni dal precedente “Funeral” non sono certo pochi, ma a volte possono essere necessari per riordinare le idee, pensare con calma e cercare di riprendere serenamente le fila di un discorso dopo un’ubriacatura di consensi di grande entità.
I coniugi Butler ripartono così da dove ci avevano lasciati, da quel particolare mix di sonorità folk intrecciate con quelle più classiche di stampo pop-rock, specie per quanto riguarda l’aspetto ritmico dei brani. Tutto l’album è pervaso da un senso di grande teatralità, merito dell’abbondante uso di archi, timpani, ottoni, cori e di quel delizioso xilofono che fa capolino qua e là, ma è anche il non fluire costante dei brani a conferire quest’aria unica e sognante, insieme ai crescendo trascinanti e ai rapidi cambiamenti di atmosfera, spesso sottolineati dai dialoghi con le seconde voci, o con un vero e proprio scambio di ruoli, come avviene per esempio in “Black wave/bad vibrations” o “No cars go”.
Un disco poco immediato solo all’apparenza, ma con la capacità di insinuarsi in testa peggio dell’ultimo singolo da classifica. A vostro rischio e pericolo.
L.N.