Tremonti – Cauterize

Mark Tremonti sputa fuori un nuovo disco di inediti. “Cauterize” segue, tre anni dopo, il clamoroso esordio “All I Was”. L’impatto di “Radical Change” è di quelli in grado di far vedere la madonna agli infedeli. Una fucilata thrash con ritornellone e struttura da premio Nobel per la sei corde. Dopo però arriva una sciarpa ai maroni mostruosa: “Flying Monkeys” nelle intenzioni di Mark è la sua “Sad But True”, il pezzone cadenzato e da headbangin’ che chiunque attende con ansia ai concerti. Non è brutta, solo che sarebbe stato metterla in fondo alla tracklist. Oppure come b-side. O ancora come reggi-tavolino-che-traballa.

La titletrack è un’altra figata colossale: cavalcata che sa tanto di heavy classico e uno di quei pezzi che dal vivo faranno godere. “Arm Yourself” è invece come l’opener ma molto più inconcludente. “Dark Trip” è il terzo brano eccezionale contenuto in “Cauterize”. Oscura e monolitica, dà le piste a “Fall Again” e live sarà molto probabilmente una fan favourite tremenda.

Segue “Another Heart”, singolone di lancio tutt’altro che da buttare, e…basta. Le ultime quattro aggiungono davvero poco a quanto già sentito fino a metà lavoro. Il problema di fondo è che il chitarrista ci ha oramai abituato così bene che brani come “Tie The Noose” scivolano addosso quasi con indifferenza.

Capiamoci: “Cauterize” è un bel disco. La band è pesantissima, suona da dio, le strutture miscelano modern metal, thrash, break metalcore e momenti dark e introspettivi con la saggezza di veterani dello strumento. Mark è migliorato ancora dietro al microfono, mentre Eric Friedman conferma nuovamente di essere un drago delle backup vocals (se cantasse forse darebbe la birra al frontman…)
Si tratta in soldoni dell’ennesima dimostrazione di crescita di un metallaro assurdo, creduto per anni nemico del vero verbo del RWOK perchè faceva gli arpeggini su “My Own Prison” (che pezzo, tra l’altro!). Inutile sottolineare come Mark sia senza troppe storie uno dei (se non IL) miglior chitarrista hard rock del nuovo millennio.

La sua instancabile creatività non gli permette mai di rimanere tranquillo un attimo in più e, anzichè pubblicare come farà due lavori solisti a breve distanza, selezionare dieci brani bomba (sono certo che sul prossimo “Dust” ci saranno almeno altri 4 pezzi da novanta) per fare dopo “All I Was” un altro cd memorabile. “Cauterize” è “soltanto” un bel disco. I fan lo hanno già preso. Gli altri si comprino i pezzi davvero (ma davvero) belli, facendo finta di niente…

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