Si intitola “Sento Doppio” il nuovo progetto discografico di John De Leo e Fabrizio Puglisi, uscito venerdì 6 ottobre 2017. Piano – spesso e volentieri preparato, con l’inserimento di oggetti tra le corde – e voce, ma al di là di tutti i cliché dettati da una combo dalla letteratura secolare, per un disco, disponibile in digitale, cd e vinile con brani alternativi e bonus track, all’insegna dell’improvvisazione e della ricerca.
“Musiche dell’errore e altri fonosimbolismi antiregime”, anche il sottotitolo la dice lunga sulle intenzioni o sulle casualità, che regolano quest’album, sull’onda dell’incontro scontro tra due universi musicali distanti, è vero, ma incrociatisi già in precedenza, a partire dal “Crossroads” del 2012. “Diciamo che l’errore cerchiamo di evitarlo, ma se accade lo seguiamo, in fondo è un’occasione per cambiare strada e lasciarci condurre verso qualcosa di inatteso”, ha spiegato John De Leo durante l’incantevole showcase di presentazione del disco allo Spazio Fazioli di Milano.
È materia fuggevole quella di “Sento Doppio”, lo simboleggia anche la copertina, progettata dal grafico Danilo Danisi e stampata con un inchiostro termosensibile, che a contatto col calore della mano rivela l’immagine sottostante. Brani nati dall’interazione di due musicisti e del loro bagaglio musical-culturale, una galassia di conoscenze, stimoli e reminiscenze da cui prende corpo qualcosa di programmaticamente altro.
Doppio, per la natura dialogica della materia musicale che lo compone, ma anche perché nel dialogo ognuno dei due attori in campo compie la duplice azione del creare ascoltando. “Credo che i ruoli qui si confondano e si compenetrino. “Sento Doppio” non è un disco mio e credo che Fabrizio possa dire altrettanto. Entrambi ci sorprendiamo ogni volta, sì, ci sono delle parti scritte e delle improvvisazioni, che si sono strutturate in un anno di prova, ma poi rimane sempre questo aspetto che abbiamo in comune, che è quello di allontanarci dal tema principale e vedere dove si va a finire”, spiega De Leo.
Già, dove? Lo racconta Puglisi, parlando di quanto sia stato stimolante stare a cavallo tra i generi: “Qui c’è la canzone, la composizione interamente scritta, l’improvvisazione, il jazz, ci sono sonorità elettroniche in un pezzo dove c’è ospite Gianluca Petrella al trombone. Insomma, non è un disco classificabile, nel senso che non so come si possa classificare, né ci interessa. Anzi, forse quello che ci interessava era proprio stare in mezzo a tante cose e sorprendere continuamente chi ascolta”.
Sì, a volte il germe iniziale è uno standard jazz, altre volte un pezzo di De Leo, come nel caso di “Vago Svanendo”, ma quello che importa qui non è né il punto di partenza, né quello d’arrivo, bensì tutto quello che ci sta in mezzo; quel viaggio tra paesaggi sonori onirici, che si snoda, s’annoda e s’avviluppa, seguendo il gioco di due artisti visionari, quanto capaci di portare all’estremo le possibilità dei loro strumenti.
Dopo la data del 6 ottobre a Firenze, l’11 novembre John De Leo e Fabrizio Puglisi presenteranno live il disco al Sound Music Club di Frattamaggiore (Napoli).