Francesco Facchinetti

22 febbraio 2007

– Alla vigilia del Festival di Sanremo è d’obbligo chiederti come ti senti.
Intanto sto malissimo perché ieri ho avuto la brillante idea di tatuarmi sulla pancia! In ogni modo sono euforico e sto vivendo questa vigilia in semidelirio. Diciamo che la mia giornata tipo potrebbe essere così suddivisa: quando mi alzo sono super adrenalinico e carico, dall’una alle tre canto il pezzo più volte possibile, quindi dalle cinque in poi comincia a subentrare in me un po’ d’ansia e comincio a farmi mille domande e a farmi travolgere dai dubbi. Quando arrivo alle otto di sera sono oramai bollito e non sento più nulla a causa delle emozioni avute durante il giorno. Sto cercando di non lasciare nulla al caso, oggi farò alcuni che-up medici, andrò dal dentista, quindi farò visita al parrucchiere, proverò dei vestiti, andrò a lezione di canto e di chitarra, e poi cercherò di smaltire la beffa subita ieri sera in Champions (Francesco è interista, ndr).

– Da dove è nata l’idea di eseguire questa nuova canzone “Vivere normale” in duetto con tuo padre? Che cosa significa il ‘vivere normale’ di cui parlate nel pezzo?
E’ nata davvero in un modo magico! Un giorno un mio caro amico è arrivato da me a farmi sentire un pezzo che aveva composto. Me lo fece ascoltare direttamente dal suo Mac, con le casse piccoline integrate, quindi immagina che qualità sonora potesse avere. Tuttavia sentivo un potenziale nel pezzo e riuscivo comunque a percepirne la melodia. In seguito ho trovato sul mio pc un pezzo che avevo registrato che si chiamava “Amore Universale”. Ho provato a cantare il testo sul brano del mio amico e anche a livello metrico funzionava alla grande! Ho quindi chiamato Calvetti e le altre persone con cui lavoro, ho iniziato con loro a modificarla e ad adattarla e poco a poco questo brano è diventato “Vivere Normale”.
Dopo aver registrato il brano, ho chiamato mio padre per fargli sentire il pezzo. Lui era entusiasta e mi ha detto “Lo canto io questo pezzo”! Io ovviamente ho risposto che se per una volta avevo in mano un buon pezzo avrei ovviamente voluto tenermelo io! In sostanza ci siamo trovati insieme in sala prove a cantarlo e abbiamo notato l’emozione che avevano in comune le persone che ci stavano osservando e che si trovavano in sala con noi. Se perdi l’emozione che senti nelle prime volte, sei fregato. Visto tutto ciò, abbiamo quindi deciso di registrarla insieme, di proporla alla commissione di Sanremo che l’ha accettata.
Oltre a questo, ci sono un sacco di coincidenze e di alchimie che si sono create e che sono collegate a questo pezzo. Ad esempio abbiamo prodotto un video bellissimo, grazie all’aiuto di Luca Tommasini, un grande professionista. Nel filmato ci siamo io e mio padre, e due gemelli di due anni, uguali in tutto e per tutto a noi, che cantano il brano. Il video poi si sviluppa mostrando diverse coppie di gemelli di età e razze diverse, vestiti con una maglietta su cui hanno impresso un aggettivo che li caratterizza. “Vivere normale” significa vivere nella propria dimensione, significa avere un proprio aggettivo caratterizzante, una qualità, una specialità ‘normale’ di ognuno di noi che viene resa normale e positiva per tutti gli altri. L’emblema del vivere normale per me è Valentino Rossi: con la sua semplicità ha conquistato tutti, oramai lui è il motociclista, ci fa andare insieme a lui sulla sua moto, ha reso normale la sua abilità, la sua caratteristica e tutti ci sentiamo vicino a lui e sentiamo lui vicino a noi!

– Questo disco è molto diverso da quanto fatto in passato, cosa vuoi comunicare ora e quali sono i tuoi desideri e i tuoi programmi per il futuro?
Per la prima volta ho provato a fare un disco che parli delle emozioni di tanti. In questo album ci sono tante storie di quotidianità, ci sono dentro emozioni che io stesso ho provato da quando avevo 14 anni a oggi, anche con espressioni adatte ai diversi periodi presi in esame nel disco. Ci sono otto tracce perché volevo che fosse il più concentrato possibile, non volevo dare motivo all’ascoltatore di skippare qualche pezzo perché c’erano troppi pezzi. Mi piacerebbe che il disco entrasse nella quotidianità di qualcuno, che chi lo ascolta si vedesse dentro le storie che racconto e vi si riconoscesse, esattamente come mi sono riconosciuto io nella cover dei Binario che ho inserito nella tracklist, che ognuno abbia un modo per interiorizzarlo e per interpretarlo. Ho fatto una copertina anomala affinché questo fosse un disco di tutti, ho lottato anche per avere un prezzo super politico, 10,90 Euro è il minimo sotto il quale non si può scendere, ma ho insistito apposta affinché ciò accadesse. In futuro ci sarà un tour estivo che girerà più posti possibili, ma non voglio pianificazioni eccessive, ho chiesto ai miei collaboratori di chiamarmi il giorno prima della partenza! Voglio suonare e regalare emozioni alle persone, se c’è un palco bene, sennò suoneremo anche per strada, con una band vera e completa che sia capace di coinvolgere tutti gli ascoltatori.

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