Lo splendido Hellenic Warrior Spirit è uno dei nuovi punti di riferimento dell’epic metal made in Italy, non potevamo permetterci di rifiutare l’intervista col leader Ivano Spiga che ci racconta qualcosa di più su un disco praticamente perfetto. Buona Lettura
Ciao Gaetano! Si il tuo nome è famoso eheh! In pochi si aspettavano che a distanza di un anno tornassimo in pista con un nuovo disco, è stata una cosa voluta…volevamo passare oltre un album come ‘Still At War’, nato da vecchi brani e registrato in modo poco soddisfacente. Il salto di qualità è evidente, hai ragione, abbiamo inserito brani nuovi e la scelta dei New Sin Studio di Luigi Stefanini è stata fondamentale per ricreare in musica ciò che sentivamo. Noi siamo decisamente soddisfatti di questo disco, era quello che volevamo ed era giusto che gli Holy Martyr dimostrassero qualcosa di più rispetto all’esordio.
Tra l’altro voglio aggiungere dei complimenti estendendoli al vostro nuovo sito internet, suggestivo e in piena sintonia con l’attitudine guerresca di Hellenic Warrior Spirit. Chi lo ha curato?
Grazie! E’ stato fatto dal nostro ex bassista Roberto Frau, siamo sempre in contatto nonostante abbia poco tempo per suonare, oltre ad avere un ottimo orecchio è veramente fenomenale dietro il Pc. L’idea di mettere una doppia skin con le copertine romane/elleniche dei nostri due dischi è stata veramente azzeccata!
A proposito, mi riconnetto alla curiosità precedente per chiederti come mai siete così attratti da questo “Spirito guerriero Ellenico”. Hai voglia di parlarcene riallacciandoti ai testi del disco?
Una parte delle liriche di questo disco è incentrata sulla battaglia delle Termopili, in altri brani viene descritta la falange Spartana in azione, in altri la vita di uno Spartano dall’adolescenza al campo di battaglia…io converrei che su tutto il disco aleggia una carica che si spegne pian piano nel dramma finale della sconfitta, che è stata comunque esempio di valore nel corso dei secoli.
Gli Spartani dedicavano la loro vita alla guerra ed al combattimento, per noi che dedichiamo le nostre forze al servizio dell’Heavy Metal è stato abbastanza spontaneo calarsi in questo Spirito.
Non c’è niente di così epico che narrare di gesta così valorose, abbiamo onorato un tributo in musica immedesimandoci nel coraggio illimitato che solo gli Spartani possedevano.
Le citazioni di Iron Maiden, Candlemass e Black Sabbath sono quelle che più spesso circolano in rete, ma io ci sento anche i Domine, i Manowar e… gli Adramelch. Concordi?
Purtroppo no. Mi dispiace, ma a parte qualcosa dei Manowar in alcuni frangenti, continuo a sentire nella nostra musica i Black Sabbath con Dio alla voce, gli Iron maiden ed i Candlemass. Se ascolti le prime tre canzoni con cura sentirai sicuramente il tocco più epico di Tony Iommi in Spartan Phalanx, la melodia degli Iron Maiden in Lakedaimon ed il doom claustrofobico dei Candlemass in vari episodi dell’album. La cosa strana poi, è che prima di scrivere alcuni brani ascoltavo spesso e volentieri Marillion e Led Zeppelin!
Insomma, l’epic metal è vivo e vegeto anche grazie agli Holy Martyr: è un genere che rappresenta il vostro stile di vita? Non pensate che il fatto che l’epic, un genere che a mio parere ha pochissimi margini di sviluppo, sia in difficoltà?
Non so che dirti… a me fa piacere quello che dici, probabilmente rappresentiamo qualcosa a nostra insaputa. Può essere il nostro stile di vita perché la musica ti spinge a lottare sempre e comunque contro le negatività della vita, la guerra che descriviamo spesso e volentieri è il riflesso di quella che devi affrontare ogni giorno, ed il motto è quello di non arrendersi mai e credere nelle proprie forze.
Sai… a me l’etichetta EPIC metal sta un po’ stretta… d’accordo che le tematiche sono quelle, parliamo di guerra e lo facciamo in modo totale in ogni canzone ma io ho sempre suonato e suono Heavy Metal Classico, vedo sempre fermento per fortuna. Gli Iron Maiden riempiono sempre gli stadi e vedo nuove leve ascoltare questa musica. Probabilmente ti riferisci ad alcuni gruppi che fanno dell’epic metal tout court a là Manilla Road tanto per intenderci, un’esagerazione. Penso che suonare Epic metal sia veramente per pochi, è inutile parlare degli stessi temi di cui altri hanno già parlato, magari meglio. Non sono più nella categoria di quelli che per forza di cosa devono basarsi su gruppi ultrasconosciuti e via dicendo… è una moda anche questa, finchè ci sarà questo tipo di atteggiamento, con gruppi poveri di personalità ci sarà stagnazione e poco sviluppo.
Concordo al cento per cento Ivano. A proposito di Adramelch che ho menzionato prima, se non sbaglio è in atto una collaborazione con il loro cantante, che ha partecipato alle registrazioni di Hellenic Warrior Spirit…
Beh…Vittorio ballerino ha partecipato nel nostro disco come speciale guest! E’ stato un onore aver immortalato la sua voce nei solchi del nostro album. Mi piacciono molto gli Adramelch, sono stati un esempio non tanto a livello musicale, visto che comunque sono inimitabili e noi suoniamo più diretti, ma nel loro modo di vedere la musica, di crearla personale e con stile. Pochi sono i gruppi come loro, così raffinati e pieni di gusto. Ogni tanto vado a vedere le loro prove in sala e sono davvero ragazzi fantastici.
Cambiando discorso, mi sembra che la Dragonheart Records di Enrico Paoli punti molto sugli Holy Martyr. E’ anche la tua sensazione?
Penso che Enrico abbia fiducia nelle nostre capacità, ci ha dato l’opportunità di registrare il secondo disco a pochissima distanza dal primo ed è molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto.
La Dragonheart è una buona label e sono felice che gli Holy martyr abbiano l’appoggio di Enrico, solo poche band selezionate al giorno d’oggi possono stare all’interno di questa etichetta.
Un ultima domanda sul disco: ho trovato davvero emozionate la prima cinquina, sono brani legati perfettamente l’uno con l’altro e il pezzo folk al centro aiuta a stemperare gli inni di guerra. Purtroppo però mi sento di dover evidenziare un leggero calo di tensione nella parte finale del disco, e mi riferisco a composizioni meno brillanti. Che ne pensate?
Penso che probabilmente alcuni brani necessitino di un maggiore ascolto. Non sono così immediati come i primi, ed il disco è strutturato in modo naturale. C’è l’apoteosi iniziale e l’energia che lascia spazio al dramma e alla malinconia finale, come un ciclo vitale: nascita e morte. Quello che tu chiami calo di tensione è maggiore atmosfera, sarebbe abbastanza noioso parlare delle Termopili con brani orecchiabili e spediti, è una storia triste. Sono gli stessi brani contenuti su Hail To Hellas, più introspettivi ed oscuri, giudicati all’unanimità i migliori pezzi mai scritti dagli Holy Martyr.
Passiamo alla classica domanda sull’attività live. Supporterete in nuovo disco in giro per l’Italia magari assieme ai Domine?
Abbiamo pochissime date, proposte per fortuna da amici che organizzano festival. Suoneremo a Roma il 21 Novembre e a Febbraio al Plat It loud. Non abbiamo altri concerti italiani in vista. Mi piacerebbe moltissimo suonare assieme ai Domine, li ho visti a Novara. Morby ha promesso che se porto il maialetto sardo verrà fin su a Milano (risate, ndg).
Bene, per quanto mi riguarda l’intervista è conclusa: ti ringrazio per l’attenzione Ivano, puoi lasciare un ultimo messaggio ai vostri sostenitori.
Ti ringrazio per lo spazio concesso alla band e per la bella intervista! Saluto chi ci conosce e suggerisco a chi non ha mai sentito la band di dare un’opportunità e magari acquistare Hellenic Warrior Spirit a scatola chiusa, penso sia un album che vale la pena avere. Support Italian Heavy Metal!
Gaetano Loffredo