27 aprile 2007
(http://www.roadrunnerrecords.it – LaBrie, Petrucci, Ruddess, Myung, Portnoy)
Il nuovo disco è più pesante di Octavarium: scelta voluta dopo un disco più leggero oppure più semplicemente i pezzi sono usciti così mentre si registrava?
E’ vero, è più heavy. Volevamo creare qualcosa di più deciso rispetto a Octavarium ma che avesse elementi di continuità con lo stesso. Il progressive rock che abbiamo proposto nell’album precedente si è integrato in brani abbastanza complessi musicalmente, che sono anche molto vari al loro interno e che cambiano frequentemente atmosfera. Il flavour è heavy ma momenti come “Forsaken” o “Repentance” sono anche testimonianza di ciò che abbiamo voluto fare, un disco il più completo e profondo possibile. Questa è una delle particolarità migliori a mio avviso di “Systematic Chaos”, la profondità dei pezzi e la varietà contenuta negli stessi. Non credo comunque sia un disco esplosivo come lo era “Train Of Thought”. Voglio dire quello era ‘in your face’, ‘shredding’, ‘trrrrtrrrrtrrrrtrrrrrtrrrr’ (giuro, ha detto così, grandissimo, ndr), questo invece è heavy ma al suo interno una grandissima varietà di stili, è dinamico e molto ben bilanciato. Anche nei momenti più sparati, sono presenti dei break che permettono all’ascoltatore di estraniarsi dall’assalto e assorbire break melodici, emozionali, atmosferici che non si aspetterebbe di trovare all’interno dello stesso brano. Il fatto che tutto funzioni con un approccio di base più aggressivo rispetto appunto a Octavarium significa che siamo riusciti a ottenere ciò che volevamo creare.
Credi che sia possibile proporre tutto il nuovo disco nel vostro prossimo tour da headliners? Sembra una moda tornata in vigore…
Oddio non sarebbe esattamente un caos sistematico questo, sarebbe abbastanza prevedibile…Non è una cosa che pensiamo di fare, abbiamo sempre fatto tour cambiando scalette di frequente, è probabile che tutti i pezzi prima o poi siano proposti dal vivo ma difficilmente tutti insieme. Ai fans piace sentire il vecchio materiale insieme a quello nuovo, poi per noi diventerebbe tutto troppo prevedibile e monotono…
Il tempo di lavorazione del disco è stato superiore o inferiore alle tue aspettative? Non hai mai sentito in questi ultimi anni la necessità di staccare la spina per un anno o più?
Credo che i cinque mesi (fine settembre-febbraio) che c’hanno tenuto dentro lo studio di registrazione siano state più che sufficienti, alla fine è ciò che c’eravamo bene o male configurati prima di cominciare le sessioni. E’ stato completato tutto proprio a fine febbraio, non è un tempo di lavorazione eccessivamente lungo. Non abbiamo mai avuto eccessivi problemi su questo versante. Una cosa buona dei Dream Theater è sempre stata la comunicazione tra di noi, risolviamo subito i problemi, se c’è qualcosa che non funziona cerchiamo di aggiustarla, insomma non rimaniamo fermi nemmeno per sbaglio, abbiamo tutti ben chiaro dall’inizio cosa dobbiamo andare a registrare. C’è una grande sinergia tra di noi, non appena finiamo un pezzo sappiamo già bene o male come dovrà suonare il prossimo, non è da tutti, non nego che sia una grande fortuna avere una chimica di gruppo simile e oramai rodata dopo tanti anni di esperienza.
Abbiamo avuto un break totale di sei mesi dopo l’ultimo show dell’Octavarium tour alla Radio City Music Hall di NY, non ci siamo più visti, sentiti, insomma per la nostra salute è stato ottimo, ci sono i momenti in cui dici ‘ok non voglio più saperne nulla adesso’, sei mesi sono più che sufficienti per una band come la nostra, questo stop ci ha permesso, quando ci siamo ritrovati a settembre, di andare in studio a provare a registrare il disco nuovo. Il nostro standard ‘disco-promozione-tour’ dura circa due anni, quindi in prospettiva fermarsi per metà anno non è male, anzi è forse il periodo più lungo che ci siamo presi nell’ultimo lustro!
Avete ancora in programma, specialmente quando ci sono due date consecutive nello stesso luogo, di proporre album storici del rock come special set all’interno dei vostri concerti? Magari in Italia…
Sicuramente continueremo a farlo. Ci sono così tanti dischi fantastici nella storia del rock e del metal, per noi è molto stimolante riproporli di fronte ai nostri fans. Sicuramente in Italia ci sarebbe una gran risposta, la ricordo bene quando suonammo cover famose a Milano negli ultimi concerti, però tutto dipende dallo schedule delle tour dates, comunque è ancora nei nostri programmi fare qualcosa del genere.
Guardando agli anni novanta quando entrasti nella band, avresti mai pensato di raggiungere un livello tale di popolarità con i Dream Theater e nel business?
Diciamo che i nostri obiettivo erano quei gruppi storici come Genesis, Rush, Pink Floyd o anche Iron Maiden, Metallica, Slayer…insomma gruppi dalla carriera lunga e che non si fermava mai. Nel rock se vuoi lasciare il segno devi essere pronto a rimetterti frequentemente in gioco, anche per molti anni. Volevamo arrivare a quel livello, ci credevamo tutti, pensavamo solo a fare album che potessero accontentare i nostri fans e tour in continuazione per avere contatto continuo con loro, avere un seguito affezionato e fedele, che si potesse allargare il più possibile. E’ l’unico modo per pensare di campare a lungo e affermarsi, rispetto ai gruppi che ho nominato prima, noi siamo ancora abbastanza giovani e abbiamo il dovere di non adagiarci su quanto ottenuto fino a questo momento.
Cosa ne pensi del music-biz attuale? Quante cose sono cambiate con le nuove tecnologie per una band esordiente che ora al primo disco, può avere già un ottimo prodotto sotto ogni punto di vista?
Credo che il mercato sia saturo anche per questo motivo. Ci sono un sacco di dischi che escono di settimana in settimana, prodotti da dio, molto simili tra di loro ed è difficile orientarsi ma anche emergere in fin dei conti. Perché credimi, può essere che ora riesci a registrarti il disco in 2 giorni, con la tecnologia puoi avere un prodotto ottimo, puoi avere promozioni galattiche e bla bla bla…ma alla fine se sei bravo vieni fuori, se fai schifo non c’è niente che ti possa salvare. Se la musica è buona, conservala, insisti e cerca di farla arrivare a più gente possibile. Se fa schifo prendila e gettala nel cesso, non è difficile.
Avete mai pensato a un Dream Theater Open Air?
Guarda ti dirò la verità, ne abbiamo parlato molto negli ultimi mesi. La realtà però è che è qualcosa di veramente difficile da organizzare, benché la possibilità di dare visibilità a gruppi che scegliamo noi è davvero grande come cosa. Credo che ci sarà tempo per provare a metterlo in piedi, ancora però non è arrivato il momento, ci sono troppe cose che dovrebbero accadere simultaneamente.