Il 29 luglio uscirà l’attesissimo album degli Scars on Broadway, alias la nuova band nata dalla genialità creativa di Daron Malakian e John Dolmayan (rispettivamente ex chitarrista ed ex batterista dei System of a Down).
Per rassicurare tutti i fan dei SOAD, preoccupati di un eventuale cambiamento radicale dello stile della band, Daron Malakian ha precisato che questo progetto sarà caratterizzato da un tipo di rock molto sperimentale in cui però sarà sempre presente l’ influenza del metal targato SOAD.
L’album di esordio infatti rimane fedele al vecchio sound dei System senza però rinunciare a un tocco assolutamente personale che viene sapientemente miscelato con il classic-rock, punk, elettronica e metal(Il singolo “They Say” sembra quasi un pezzo dei Sex Pistols, ndr).
Il gruppo sarà in Italia con un’unica data, il 2 settembre al Rolling Stone di Milano.
Nell’attesa dell’uscita dell’album e del concerto a Milano, abbiamo fatto qualche domanda a John Dolmayan, batterista degli Scars.
Quando avete iniziato a pensare alla band? e perché avete scelto questo nome?
È stato qualcosa di naturale, l’idea ci è venuta durante l’ultimo tour dei SOAD: Daron mi ha chiesto se volevo creare un nuovo gruppo con lui, ci pensai due secondi e risposi di si!
Per quanto riguarda il nome, all’inizio volevamo chiamarci “Svasticas on Broadway”.
Tutti riconducono la svastica alla Germania nazista, ma in realtà ha dei significati molto più profondi, che risalgono all’antichità.
Poi abbiamo pensato che così saremmo risultati davvero troppo provocatori, così ci siamo decisi per il più semplice “Scars on Broadway”.
Cosa c’è di diverso negli Scars rispetto ai System?
Beh direi che con gli Scars siamo più rock. Il sound dei system era più schizofrenico, imprevedibile, quello degli Scars è invece più orecchiabile, abbiamo voluto ispirarci anche all’elettronica.
Infatti usiamo strumenti come tastiere e sintetizzatori che non usavamo nei SOAD.
Partecipi alla creazione dei testi?
No di solito lo fa Daron, io mi occupo solo delle parti relative alla batteria…dovreste ringraziarmi per questo!(ride)
Progetti futuri?
Ora stiamo pensando al tour in America e in Europa, dove saremo a Berlino, Colonia, Londra, Parigi e Milano. Poi si vedrà.
Quali sono gli scopi della band?
Lo scopo più grande è quello di creare un tipo di musica di cui in futuro ne potremo essere orgogliosi, credo che sia quello che vogliono tutte le band.
Nel presente invece c’è il tour,a cui tengo davvero molto, adoro suonare dal vivo.
Influenze?
Beh direi, la vita in genere e tutto ciò che ne fa parte.
La nostra musica si ispira a molte cose: alle partite di football, ai films, a Disneyland…
A Disneyland?
Oh si, sono fissato con Disneyland, ho anche la tessera di abbonamento! (ce la mostra con orgoglio)
Inoltre se ci avete fatto caso “Stoner hate”inizia con la filastrocca di Mary Poppins Supercalifragilistic…
Poi ci sono anche i film…vado pazzo per i classici film d’amore di Julia Roberts!(ride)
Cosa pensi di Internet e della possibilità di reperire e diffondere la musica attraverso il web?
Penso che il tempo passa e bisogna sempre tenersi al passo con le novità tecnologiche.
Internet è un ottimo modo per rendere il mondo più piccolo, e per trovare nuove prospettive che la televisione o i giornali non possono dare.
Anche musicalmente parlando, si possono scoprire tanti gruppi che riescono a farsi conoscere attraverso il web.
Io però preferisco ancora comprare il cd, avere la musica tra le mani, vederla e toccarla.
La musica è sempre la musica, non importa quanto corrano le tecnologie, ci sono cose che resteranno sempre le stesse.
V.L.