Il passo dal serale di Amici alla sala di incisione è stato brevissimo e ora i La Rua sono pronti per continuare il loro percorso in musica con un nuovo disco, “Sotto effetto di felicità”, in uscita il 3 giugno 2016 per Universal, che li ha voluti nel suo rooster dopo il successo nel programma de Maria De Filippi.
Prodotto da Dario Faini e anticipato dal singolo “Il sabato fa così”, il disco della band pop/nu folk formatasi nel 2004 in provincia di Ascoli Piceno e candidata nel 2014 per la categoria “Best New Generation” agli MTV Music Awards, arriva a un anno di distanza dall’esordio auto intitolato. Ecco cosa ci hanno raccontato il frontman Daniele Incicco e Davide Fioravanti (pianoforte, fisarmonica e glockenspiel) dell’esperienza ad Amici e del nuovo progetto discografico, che dal 4 giugno li porterà in giro per l’Italia con l’instore tour.
Perché la decisione di partecipare ad Amici? Per una band come voi che aveva già un album, qualche riconoscimento e, soprattutto, che viene dalla “rua” non era per niente scontato e forse anche un po’ rischioso.
Sì, infatti, all’inizio eravamo tutti un po’ in crisi, ma quello che volevamo fare era portare la nostra musica alle persone e per fare questo con i live ci sarebbero voluti anni, mentre tutti noi sentivamo la necessità di fare conoscere le nostre canzoni in maniera più veloce. Quindi ci siamo detti: “ok, proviamoci”, coscienti che ci fosse la possibilità di non essere capiti, cosa che è successa inizialmente, perché una band live che si fosse prima formata sulle piazze non c’era mai entrata là dentro.
Quanto vi ha cambiati in termini umani e professionali quell’esperienza?
Ci ha portati ad un livello emotivo e reattivo maggiore. In trasmissione può succedere che ti chiedano di fare una puntata su un brano che magari non provavi da sette settimane, quindi comunque arrivi a un grado di prontezza molto molto elevato.
Alla vigilia della finale, chi credevate avrebbe vinto?
Secondo me Zerbi! No, non lo so sono tre ragazzi molto forti e secondo me ad Amici, come al Festival di Sanremo, non c’è una vittoria vera e propria. La vittoria appartiene al settore agonistico dove c’è un traguardo da tagliare, o nella box dove uno dei due finisce KO, ma nella musica non è così, puoi non vendere i dischi che vende un altro, ma avere molto più successo coi live o vendere tantissimo oggi e tra un anno essere finito.
Davide: Diciamo che ha vinto Maria, perché è riuscita a fare arrivare artisti tutti molto forti e unici nel loro genere in finale e a dare spazio a tutti. Per quanto ci riguarda non finiremo mai di ringraziarla, perché si è presa una bella sfida con noi!
Il disco si intitolerà “Sotto effetto di felicità”, cos’è che vi dà tutte queste good vibrations e com’è nato l’album?
È semplicemente la musica a darci le buone vibrazioni, l’incontro con questa entità magica e superiore, che non esiste, ma esiste. Il fatto che prima non c’è niente e poi c’è una canzone è una cosa magnifica, quindi lo si fa sotto effetto di felicità. Il titolo nasce da una canzone che ho scritto ad Amici il giorno dopo che avevo dedicato una canzone a mio padre, dove avevo preso anche un bel 3, ma i voti non contano. L’ho scritta perché mi sentivo veramente bene, la musica ti può far fare cose che ti fanno stare in pace con te stesso. Una piccola parte dell’album già c’era prima, mentre un’altra parte l’abbiamo chiusa appena usciti: la domenica siamo usciti, siamo tornati a casa e il lunedì mattina eravamo in studio, non ci siamo dati assolutamente tregua. Quest’album è frutto sia del nostro percorso passato, sia del presente, ma anche di uno sguardo rivolto al futuro, perché abbiamo cercato di fare degli esperimenti sonori con alcuni brani.
Nel singolo “Il sabato fa così” è evidente questa vena sperimentale, c’è un bel mix di suoni acustici ed elettronici. Cosa dobbiamo aspettarci dall’album?
Nel disco c’è sia quello che noi eravamo fino a poco fa, ma anche una componente forte a livello elettronico, che abbiamo inserito cercando di modernizzare il tutto, mantenendoci comunque fedeli alla canzone pop italiana e al writing della canzone italiana, mischiato a un elemento folk. Abbiamo fatto un mix di questi elementi, cercando però di differenziare un po’ il sound delle singole canzoni, perché credo che in un album sia corretto rimanere aperti a diverse possibilità e non mi piace l’idea di un fondamentalismo sonoro e degli arrangiamenti, anzi amo spaziare.
Quanta parte ha avuto in tutto questo Dario Faini, con cui lavorate dal 2009 e che ha prodotto anche questo album?
Dario è la persona che mi ha insegnato a scrivere e oggi è il mio coautore, cioè io scrivo le canzoni, poi assieme lui le rifinisco e con la band creiamo gli arrangiamenti. Siamo una squadra, dove ognuno ha il suo ruolo e porta se stesso e le proprie conoscenze. Dario è il settimo componente dei La Rua.
Il vostro bacio ad Amici ha fatto molto scalpore. Avete dichiarato di averlo fatto per smuovere le coscienze e utilizzare un mezzo potente come la tv nel migliore dei modi. Un atteggiamento che vi ha guidati anche nella realizzazione dell’album?
Credo fermamente che la libertà emotiva e la legalizzazione dell’amore siano cose che devono stare a cuore a chiunque. Io appena ho avuto la possibilità di farlo l’ho fatto e nell’album c’è quella canzone (“Non ho la tristezza”, ndr), che porta con sé quel significato e un video precedente ad Amici dove la cosa è ancora più esplicita. L’amore deve essere legalizzato e stop, mi sentivo in dovere di affermarlo, perché ci sono ragazzi molto giovani che ci seguono e che attraversano momenti difficilissimi, di forte depressione per questa questione, il che è una cosa assurda!
https://www.youtube.com/watch?v=YG-TYoCKC4g