Lorenzo Fragola presenta il suo primo album “1995”

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L’appuntamento dato ai giornalisti è alle 19.00 ma prima delle 19.20 di Lorenzo non c’è traccia, perché bloccato dalla folla che lo obbliga al rituale degli autografi. Un po’ di sano marketing e un po’ di verità che spiegano il fenomeno Lorenzo Fragola. Trionfatore dell’ottava edizione di X Factor Italia, uscito incolume da quel tritatutto che è Sanremo, anzi, con un nuovo singolo in alta rotazione su tutte le radio.
Sale sul piccolo palco allestito per l’occasione, in un contesto che sembra studiato appositamente per farci sentire altrove, fuori dall’Italia, meglio se in qualche pub inglese, e imbraccia subito la sua chitarra. Decisamente più a suo agio quando canta che quando risponde alle domande.

“1995” non è solo il titolo dell’album che dal 31 marzo è ufficialmente disponibile su tutti i canali, ma è anche l’anno di nascita di Fragola, 20 anni ancora da compiere.
Il disco – viene ribadito più volte durante la conferenza – vuole emere uno specchio di tutto quello che è Lorenzo Fragola oggi. La musica che ha ascoltato in questi anni, le esperienze avute e le velleità. Per questo motivo anche la scelta di una duplice lingua nei pezzi. «Privilegiare l’italiano piuttosto che l’inglese sarebbe stata la privazione di una componente forte del mio modo di scrivere musica», ci spiega mentre si appresta a suonare quello che sarà il nuovo singolo estratto dall’album: “The Rest”.
“Esperienza” è una parola che torna spesso nel corso dell’intervista. Quella di X Factor, quella di Sanremo e, in ultimo, quella della realizzazione del primo disco. Tutti tasselli che Lorenzo sa di aver fissato per costruire delle fondamenta solide al suo futuro da musicista.

Il talento non manca, lo ha dimostrano a X Factor vincendo meritatamente con un brano – “The Reason Why” – portato con orgoglio dai provini alla serata finale, e lo dimostra anche con questo cd che lo rispecchia in pieno, pur essendo immaturo e un po’ confuso (volutamente disomogeneo negli arrangiamenti e nei generi per coprire uno spettro il più ampio possibile dei gusti musicali del cantante), com’è naturale che sia il lavoro di un ragazzo di 19 anni strapazzato da un turbine improvviso. Quando suona “Who Am I” («È il mio pezzo preferito dell’album»), si interrompe a metà per far spazio all’orchestra che non c’è. Da qui il dubbio su come sarà in grado di portare questo album, molto complesso negli arrangiamenti durante i live. Le idee però sono chiare: «dal vivo i pezzi devono suonare come da cd ma se possibile ancora più intensi». L’augurio è che questa contaminazione che tanto si vuole vendere non sia solo marketing ma sia finalmente un modo per trattare i talenti come meritano di essere trattati, come altrove, così in Italia.

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