Video Intervista ai Paramore: “vogliamo assolutamente tornare a suonare in Italia!”

L’energia che traspare dagli occhi di Hayley Williams è spontanea e contagiosa. Insieme ai due compagni di band Taylor e Jeremy, è di passaggio a Milano per qualche intervista e un’esibizione unplugged condita da un atteso meet & greet. Quando non abbiamo ancora iniziato a filmare, ci confida di essere ansiosa di incontrare i fans italiani. Diciamo ai ragazzi che in Vittorio Emanuele hanno già chiuso l’accesso alla piccola saletta dove si esibiranno, causa eccessiva affluenza. Hayley e soci si illuminano e non fanno mistero di essere sorpresi da questa notizia! Erano passati da queste parti un paio di anni fa, insieme ai New Found Glory, per un concerto che li vide supportare l’album “Riot!”.

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È il nuovo “Brand New Eyes” a tenere banco: “E’ un disco molto più rock e diretto, credo che “Riot!” fosse più pop e la cosa curiosa è che “Brand New Eyes” sta andando molto meglio commercialmente parlando! Abbiamo composto il nuovo disco nel modo in cui volevamo, ci siamo resi conto che sarebbe stato più diretto e tosto di “Riot!”. Credo che la cosa più importante, e anche quella che si nota maggiormente” è che qui siamo riusciti a esprimere al massimo le nostre personalità, penso che tutto ciò si riesca a sentire bene”. Hayley parla anche delle influenze musicali dei cinque membri della band: “C’è chi preferisce musica più heavy e chi preferisce sonorità più leggere e melodiche, il fatto è che comunque a tutti noi piacciono queste cose, è fantastico quando componiamo un disco vedere le nostre influenze e i nostri gusti incontrarsi e fondersi tra loro, le nostre idee si avvicinano e mettere le mie melodie sopra i pezzi che scriviamo diventa sempre più coinvolgente ed eccitante”.

“Brand New Eyes” è un disco che suona molto immediato: “Abbiamo impiegato un paio di mesi per scrivere e registrare il nuovo album, un processo molto veloce, abbiamo fatto tutto in studio in pratica. Vero avremmo potuto prenderci più tempo ma non volevamo correre il rischio di pensare troppo, puoi perdere la spontaneità e l’immediatezza delle canzoni se ragioni troppo su come potresti cambiarle o cercare di renderle migliori”. La dimensione live pare quella migliore per i nuovi brani (ce n’eravamo resi conto a Berlino lo scorso dicembre, ndr): “Sono d’accordo, è stato un processo molto naturale creare dei pezzi che ben si adattassero alla sede live, anzi penso che prima di questo cd non fossimo del tutto capaci di farlo con tanta semplicità, pezzi come “Ignorance” hanno parti fatte apposta per l’audience, non ho mai recepito così tanto l’energia che proviene dal pubblico come quando eseguiamo i nuovi brani, la gente è tremendamente ricettiva e si crea uno scambio tra noi e i nostri fans davvero speciale.” E che tipo di energia è questa? Potrebbe essere quella tipica di un concerto rock o di uno punk? “Abbiamo sempre delle serie difficoltà a definire cosa suoniamo. Il nostro genere può essere pop-punk, rock, pop, onestamente stiamo ancora cercando di capirlo noi per primi…siamo sostanzialmente una fangosa miscela in cui si trovano punk, pop, rock…rapcore magari…no bè questo non fa per noi (risate, ndr)”.

Quando li vedremo in Italia per una data da headliner? “Allora adesso per un paio di settimane torniamo a casa, il nostro chitarrista si sposa e noi stacchiamo un attimo la spina. Dopo di che andremo ovunque in tour, cercheremo di fare più date internazionali possibili, non sappiamo se c’è ancora qualcosa di pianificato in Italia ma credeteci, ogni volta che il nostro booking agent ci chiede dove vogliamo andare noi gli diciamo sempre che vogliamo venire in Italia, se non siamo ancora tornati non è colpa nostra, speriamo di vederci presto!

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