Dopo quattro anni di gavetta, gli Scarecrown, band modern metal veneto-friulana, arrivano al traguardo del primo full lenght con il riuscito “Letters from the darkness”. Incontriamo la (loquace) band lo scorso 14 agosto, nella serata di presentazione del disco, per parlare del nuovo disco, delle attività promozionali già programmate e di altro.. check it out!
Un paio di righe di presentazione della band?
Antonella: la band è nata nel 2004 da un’idea mia e di Andrea. Andrea veniva da un background più ”hard” del mio, sia come musica suonata sia come ascolti. Abbiamo deciso di fondere queste due influenze, formando un genere che definiamo ”Melodic modern metal”, nel quale la pesantezza del metal si fonde con la mia voce melodica, non prettamente metal. Successivamente abbiamo trovato Simone (basso), Biso (il nostro batterista, fino a poco tempo fa), Blackie (seconda chitarra) e da inizio anno è entrato Grave come nuovo batterista. Nel 2005 è uscito il nostro primo EP, “Til the last breath”, che contiene 5 pezzi, e pochi mesi fa il nostro primo disco, “Letters from the darkness”..
Blackie: che ha avuto un percorso un po’ travagliato, ma da questa uscita ci aspettiamo comunque tanta soddisfazione. È stato un grosso impegno in studio, svolto in maniera professionale e che ci ha richiesto poco tempo. Il mastering, curato da Goran Finberg (Dark Tranquillity, The Haunted), ha richiesto molto tempo, facendo slittare il tutto di mesi. A tutto questo, il già citato cambio di lineup a disco già pronto, che ha richiesto tanti provini fino al reclutamento di Grave, la migliore scelta dal punto di vista tecnico ed umano. In ogni caso, con la nuova formazione c’è stata una fase di riarrangiamento dei vecchi pezzi.
Molte date live.. credete che questa sia la migliore promozione?
Andrea: Sicuramente. Alla fine, il modo migliore per promuoversi è suonare dal vivo, non nel pub sotto casa (che comunque è stato la nostra gavetta per anni), ma in situazioni e festival ben organizzati. Tutto questo anche per dare anche una maggiore resa sonora a chi viene ad ascoltarci. Ne abbiamo fatte tante finora, e speriamo che sia così anche in futuro!
Antonella: Mi pare corretto precisare che, in ogni caso, le date e le varie attività promozionali sono state tutte fissate da noi, poiché non abbiamo un contratto con una booking agency o con un management.
Andrea: Anche la ricerca dell’etichetta l’abbiamo fatta noi, muovendoci in autonomia. Momentaneamente, la cosa sembra funzionare, ma non escludiamo che, in futuro, ci sia la necessità di appoggiarci a qualcun altro. Ci stiamo organizzando anche per alcune date all’estero, per le quali siamo in contatto con un’agenzia inglese. Però è una cosa ancora in alto mare, visto che quest’agenzia non ci ha ancora dato delle basi sicure sulle quali concludere una trattativa. Per l’estero è comunque necessario muoverci con un management: infatti, mentre l’Italia, da questo punto di vista, è più “libera”, l’estero ha un approccio più professionale.
Maggiori dettagli sull’album, dalle grafiche ai testi?
Simone: Le grafiche, dei dischi ma anche delle locandine dei concerti, le curo principalmente io, cercando di dare un’immagine meno gothic e più metal, visto che tanti ci affiancano a quel genere; è un lavoro che ha richiesto molto tempo, ma alla fine ne siamo stati tutti soddisfatti.
Blackie: I testi li cura principalmente Antonella e solo in parte io. Questo disco non è un concept, ma tratta un tema a sé stante. Molti argomenti partono da situazioni personali e sono aperti a varie interpretazioni. È per noi bello “toccare” l’ascoltatore, che poi leggerà a modo suo i nostri testi. Altre canzoni sono più dirette e con tematiche riconoscibili; anche queste partono da tematiche personali o condivise. L’arrangiamento viene fatto da tutto il gruppo a livello musicale e lirico, e ognuno ha le sue competenze, ma lavoriamo a 360°, se uno ha una valida idea, ed è già successo, viene applicata. Questo perché i nostri ascolti sono molto diversi e specifici. Il lavoro è collettivo, praticamente: si può partire da un riff di chitarra mio o di Andrea, ma il pezzo finale necessita del lavoro di tutti.
Spesso venite catalogati nel calderone gothic, secondo me in maniera errata. Come mai, secondo voi?
Antonella: Principalmente perché c’è questo stereotipo che un gruppo con voce femminile (come i vari Evanescence, Lacuna Coil) non possa essere metal, la gente non riesce ancora a digerire questa cosa. Ammetto che potremmo essere stati equivocati con “Til the last breath” per il look o per la frase in latino, forse è quella che ci ha fregato (ride, ndr). In ogni caso, personalmente, non mi ritengo una cantante gothic e loro non si considerano musicisti gothic.
Blackie: Non abbiamo niente contro il gothic, o l’electrogothic, non vogliamo aprire alcun contenzioso nei confronti di quella scena, ma non ne facciamo parte.
Andrea: Come già detto, il demo poteva trarre in inganno, soprattutto per come era registrato. Ma con questo nuovo disco, con le sue sonorità più marcate, fa la differenza rispetto a un gruppo gothic.
Blackie: Siamo dell’idea che con i pezzi nuovi molta gente ci ripenserà. Nei ritagli di tempo, stiamo lavorando anche a dei pezzi nuovi che vi sorprenderanno. A conti fatti, “Letters from the darkness” può essere visto come un disco di transizione o, più precisamente, “della svolta”.
Progetti futuri, dai live ai side project?
Blackie: Io da inizio anni Novanta suono con gli Archangel, una band che alcuni di voi conosceranno sicuramente. Abbiamo appena finito di registrare un disco e stiamo vagliando varie proposte discografiche. L’altra mia one man band, nella quale faccio death-grind-industrial, si chiama Hate Seed e il primo disco, uscito tre anni fa, verrà ristampato a breve; se dovessi avere del tempo, inizierò a mettere a punto il materiale per il secondo disco. Inoltre, varie collaborazioni come fonico. Di queste cose, in ogni caso, ne potrei parlare per molto tempo.
Antonella: Il mio progetto è più goliardico. Infatti ho un gruppo, i Distructors, nel quale sono coinvolti componenti ed ex componenti di Ensoph, Brothers of Whiskey e Catarrhal Noise, nel quale proponiamo canzoni dei cartoni animati rivisitate in chiave thrash metal. Poi varie collaborazioni con Ensoph (nell’ultimo disco e in quello in uscita) e i Revoltons.
Simone: Io non ho progetti musicali, ma di tipo grafico. Infatti ho curato molti artwork, locandine e soprattutto sto lavorando al nuovo sito ufficiale, che per un periodo è rimasto fermo.
Andrea: Riguardo al nostro futuro.. abbiamo quattro pezzi in cantiere che stiamo finendo di preparare. L’idea è di registrare un promo con questi brani, per poi spedirlo e vedere se troviamo delle etichette interessate ad una collaborazione. Se tutto dovesse andar male, continueremo ad essere indipendenti, visto che noi lavoriamo per la pura passione per la musica: la musica è sentimenti ed è giusto mettere questi sentimenti in musica, e non è giusto essere spinti da esterni a riguardo.
Blackie: Per ora, infatti, mettendo sul piatto della bilancia quanto ottenuto con le etichette e con le agenzie, a conti fatti andiamo in pareggio, ottenendo un risultato non tanto diverso da quanto ottenuto con le nostre fatiche. Certo, ci dobbiamo fare il mazzo, ma non ci sono particolari vincoli da seguire.
Antonella: Poi tanti concerti: il 15 novembre come spalla di Wednesday 13 a Conegliano Veneto (TV), il 4 ottobre con Stigma e Chaosphere a Gorizia, l’11 ottobre in provincia di Torino, per la nostra prima data da headliner oltre Milano, il 19 dicembre con i Mothercare, sempre a Gorizia.
Nicola Lucchetta