Home Festival 2017, il report e le foto della quarta giornata

Giornata conclusiva di Home Festival 2017, la rassegna che al suo ottavo anno di vita verrà purtroppo ricordata, più che per la qualità dei concerti, per la cancellazione della giornata del venerdì (che avrebbe visto sul palco Liam Gallagher e Justice come headliner) e gli strascichi polemici sui social media nelle ore successive.

La domenica conferma il suo status di giornata dedicata alle famiglie, format che ha portato nell’area concerti numerosi genitori con figli al seguito per partecipare a Holi Festival Dei Colori, qui presente per il terzo anno, e ai numerosi concerti della giornata. Grande successo da questo punto di vista per Mannarino, che a Treviso chiude il suo Apriti Cielo Tour Estate 2017, che lo ha portato in giro per lo Stivale per una ventina di date. Una musica la sua, figlia della world music che lo posiziona virtualmente come una sorta di erede di Vinicio Capossela. Quattro album all’attivo in meno di dieci anni di carriera con canzoni apprezzate da adulti e bambini, che si sono ritrovati a cantare canzoni come “Babalù”. Ad accompagnarlo, una band di una decina di elementi e una scenografia essenziale.

L’ultima giornata di Home Festival conferma lo status altalenante dell’hip hop italiano. Convince Ghali, che come Sfera Ebbasta il giorno prima porta già alle prime ore del pomeriggio un numeroso pubblico sul main stage; il suo concerto, inserito all’interno del tour di promozione di “Album”, mostra un artista consapevole delle proprie potenzialità e del proprio materiale, tra i quali spiccano tracce come “Happy Days”. Meno riuscito il concerto del supergruppo Marra Guè, che anch’essi chiudono a Treviso il loro tour estivo e, stando a quanto detto da loro, l’esperienza come duo almeno nel breve periodo. I due presentano un concerto ridotto rispetto a quanto proposto nelle date da headliner e, come per J Ax e Fedez il giorno prima, ai brani del disco “Santeria” (“Scooteroni” e “Salvador Dalì”, ad esempio) si alternano quelli delle rispettive carriere soliste, come quella “S.E.N.I.C.A.R.” che li fece collaborare già ai tempi di “King Del Rap” di Marracash; ma, tolto qualche riuscito visual, di sostanza ne rimane ben poca.

Sorprese anche dal fronte della musica dalle sonorità ska ballabili, con i concerti di Boomdabash e Txarango. I salentini scelgono Treviso all’interno del loro tour italiano mentre la presenza dei catalani, minata dalla contemporanea presenza degli Afterhours nell’Isko Tent Stage, è inserita all’interno del progetto European Talent Exchange Programme.

Non delude le aspettative invece il rock nazionale, corposamente rappresentato in questa domenica nelle sfaccettature acustiche, pop ed indie. Si deve iniziare a parlare di certezza e non più di promessa con Wrongonyou: il musicista romano, nuovo talento della Carosello Records e musicista talentuoso (ha alle spalle tour negli States e date in giro per l’Europa), con il nuovo album “I Don’t Want To Get Down” può diventare seriamente un fenomeno di portata internazionale. Sono invece delle certezze assolute Le Luci Della Centrale Elettrica, Afterhours e Levante. Il gruppo capitanato dal ferrarese Vasco Brondi è ormai lanciato dopo la pubblicazione di “Terra”, ultimo studio album prodotto da Federico Dragogna dei Ministri, e questo anche grazie al fatto che lo stesso Brondi ha dimostrato più volte di credere ciecamente nel suo percorso artistico. Non hanno nulla da dimostrare invece gli Afterhours: il loro concerto è stato un autentico successo, capace di catalizzare all’interno dell’Isko Tent Stage un pubblico numeroso che ha deciso di restare ad Home Festival fino all’una di notte per assistere allo show di Manuel Agnelli. Come per buona parte degli artisti passati per Treviso, anche per loro il set è stato ridotto rispetto alle date da headliner, con “Hai Paura Del Buio” ad avere un ruolo prevalente in setlist. Levante sceglie invece Treviso per la penultima tappa del suo tour in Nord-Centro Italia prima di uno stop di qualche mese dovuto alla sua presenza ad X Factor.

I veri vincitori dell’ultima giornata arrivano però dal Regno Unito e sono London Grammar, The Libertines e Charlatans. Portare la band di Nottingham all’interno del Main Stage è stata una scommessa riuscita da parte degli organizzatori: la band di “Truth Is a Beautiful Thing”, disco uscito ad inizio giugno, affascina i presenti con una proposta che affascina sin dal primo minuto, in una scaletta che pesca equamente i pezzi dall’ultima fatica e dal clamoroso debutto “If You Wait”. Sugli scudi la voce di Hannah Reid.

Chi si aspettava dei The Libertines in stato di autodistruzione è rimasto piacevolmente sorpreso dal loro concerto di Treviso. Il gruppo, pur non essendo esente da imprecisioni tecniche, convince nel suo slot da headliner e, soprattutto, Pete Doherty si è presentato in condizioni buone sul palco. Niente da dire sugli altri tre componenti, con la sezione ritmica Hassall-Powell in grande forma e Carl Barat a suo agio nella veste di frontman. Un concerto incentrato sul riuscito debutto “Up The Bracket” e sull’ultimo “Anthems for Doomed Youth”, un set caratterizzato da un’attitudine punk e dalla classica ironia britannica, al punto che il quartetto si è presentato all’encore con indosso delle maschere del Carnevale di Venezia. Un concerto che conferma il fatto che, se la band non avesse vissuto una storia travagliata nel corso degli anni, a questo punto potrebbe essere tra i nomi più clamorosi del rock britannico.

I vincitori della giornata, e dell’intero Home Festival per chi scrive, si sono esibiti però poco prima sull’Isko Tent Stage: i mancuniani The Charlatans. La band, una delle ultime uscite dal filone di Madchester, offre infatti un concerto che sin dalle prime battute ha dimostrato di avere le potenzialità della leggenda: cura del suono, ottimi visual, sinergia tra i componenti sono tre degli ingredienti che hanno caratterizzato l’ora a disposizione. Sugli scudi il frontman del gruppo, il cinquantenne Tim Burgess in grandissima forma che sul palco si muove con delle movenze alle quali si è ispirato quel Liam Gallagher che, ironia della sorte, si sarebbe dovuto esibire sul main stage un paio di giorni prima. Una band con una grande storia (è una delle poche dell’ondata di Madchester ancora in attività) e che ancora gode di stima e influenza nei musicisti più giovani: non è un caso infatti che, pochi minuti prima del concerto sul Main Stage, Carl Barat abbia scelto di assistere da lato palco a una piccola parte del loro show.

Home Festival 2017 si è chiuso e ora è tempo di bilanci. Una cosa è certa: la rassegna tornerà, dal 29 agosto al 2 settembre 2018.